TEDxLerici e l’ambiente: un tema mai trascurato

Nella prima edizione del 2021, CambiaVento, abbiamo avuto come speaker un ricercatore del CNR, il biologo Giuseppe Suarìa. Ci ha parlato di un tema che ha suscitato un interesse scientifico crescente negli ultimi 10 anni: quello delle microplastiche.

Il lavoro di Giuseppe consiste nel campionare il plancton, il cibo per pesci di piccola e grande dimensione. Per fare questo si serve di un retino a maglia strettissima che cattura questi micro animaletti. Ben presto si è reso conto che nel retino rimanevano frammenti di plastica, in quantità sempre maggiore. In occasione di un suo viaggio di ricerca in Antartide, ritenuta una delle zone marine più pulite al mondo, si rese conto che anche i campionamenti presi in loco erano colmi di frammenti fibrosi, così come nelle feci dei pinguini della baia di Saint Andrew, la più popolata di tutto il polo sud. L’origine, molto probabilmente, ha a che fare con le nostre lavatrici, i nostri tessuti sintetici, il nostro inquinamento. Ha citato solo un numero: ogni anno 8 milioni di tonnellate di plastica vengono riversate nel mare. Lui si occupa esclusivamente di valutare la situazione da un punto di vista scientifico, ma la sua esperienza gli ha permesso di proporre la regola delle 3 R: Ridurre, Riutilizzare, Riciclare.

Francesca Larosa nell’edizione del 2022, Emosfera, è andata più avanti. È partita da alcuni numeri spesso drammatici: secondo una recente inchiesta del Guardian il 71% delle calamità naturali è da mettere in relazione all’azione dell’uomo. Ci ha quasi sconvolto facendosi sentire le quattro stagioni di Vivaldi, in particolare la primavera nella versione originale e in quella che rielaborata dall’intelligenza artificiale sulla base dei cambiamenti climatici. Il risultato è una performance dal titolo The Uncertain Seasons che addirittura, con l’autunno, vede gli strumentisti immobili e in silenzio perché probabilmente questa stagione non esisterà più. Ha parlato delle isole Marshall per dirci che in pochi anni le 60.000 persone che le abitano diventeranno rifugiati climatici, ovvero persone costrette a migrare a causa del cambiamento del clima, fino a rivelare come questo numero sia destinato a raggiungere la quota di 1,2 miliardi di persone entro il 2050.

Nella sua conclusione ha fornito tre indicazioni specifiche:

  • 1. Prendere coscienza della situazione
  • 2. Eseguire scelte consapevoli nella quotidianità in funzione di questa presa di coscienza
  • 3. Nutrire la positività, ovvero premiare quelle persone, attività o industrie che in qualche modo possano essere rispettose dell’ambiente, del clima e dell’uomo.

Nel 2023 ci ha pensato Livia Shamir, nell’edizione chiamata Altrove, ad affrontare il tema dell’ambiente. Architetto urbano, Livia si occupa del problema della deforestazione e collabora con lo studio Boeri, artefice del bosco verticale di Milano. Rimanendo in tema di numeri Livia ci ha presentato il problema delle città del futuro. Secondo una stima recente 3 milioni di persone per settimana si spostano verso le città, che diventano da un lato le principali cause di inquinamento climatico, dall’altro le principali vittime dello stesso.

La soluzione proposta dalla relatrice è quella di aumentare il verde urbano, principalmente allo scopo di evitare i due fenomeni più gravi: la formazione di isole di calore, ovvero di zone eccessivamente cementificate con restituzione notturna del calore assunto dall’irraggiamento solare, ed il ruscellamento, ovvero in occasione delle sempre più frequenti alluvioni, la trasformazione delle strade in torrenti. Tutto questo, secondo Livia (e secondo la scienza), sarebbe causato dall’eccessiva cementificazione ed urbanizzazione. Ha citato Cecil Konijnendijk, lo scienziato che nel 2021 ha proposto la regola del 3, 30, 300: in una città ideale dovremmo vedere almeno 3 alberi da casa, dovremmo avere nella nostra zona almeno il 30% di superficie coperta da verde e 300 metri è la distanza massima che dovrebbe esserci tra casa nostra e il parco più vicino. Agire è la risposta che ci propone Livia, in tre direzioni:

  • 1. Osservare e renderci conto del mondo vegetale che ci circonda;
  • 2. Piantare nuovi alberi o comunque nuove superfici verdi;
  • 3. Prenderci cura della natura che ci circonda.