In questo viaggio che tramite TEDxLerici ci fa attraversare il delicato mondo della fragilità dei giovani adulti, si può partire dal discorso di Stefania Andreoli al TEDxLerici 2021, intitolato “Un vento che spezza”. Andreoli esplora le sfide che i giovani adulti affrontano in una società che spesso non riconosce la loro complessità emotiva. Sottolinea come i giovani di oggi siano costretti a navigare tra aspettative elevate e incertezze profonde, affrontando una fragilità che non è solo personale, ma anche sociale. La fragilità, dice Stefania, è una condizione di emarginazione sociale alla quale sembra sia difficile sfuggire perché le richieste del mondo sono tutte fondate sulla positività e sul risultato. Cita una sua paziente che dice “sto sgomitando per essere felice in un mondo apparecchiato per l’infelicità”.

Sempre in ambito TED le fa eco Brené Brown, che nel suo intervento più celebre, “Il potere della vulnerabilità” TEDx Houston 2010, ha parlato dell’importanza della vulnerabilità e del coraggio. Nel suo discorso Brown discute come l’accettazione della propria vulnerabilità sia essenziale per costruire connessioni autentiche e per la crescita personale. La vulnerabilità, secondo Brown, è la chiave per superare il senso di vergogna e per vivere una vita piena e significativa.

Susan Cain con “The Power of Introverts”, TED 2012 Long Beach, California, esplora come le caratteristiche personali, spesso percepite come debolezze, possano essere in realtà punti di forza. Cain incoraggia una rivalutazione delle qualità introverse, sottolineando l’importanza di accettare e valorizzare la propria natura.

Una riabilitazione degli introversi, dunque, con una conclusione in cui, come invito all’azione, propone tre cose a dir poco imprevedibili:

Fermare la follia per il lavoro di gruppo costante. 

Intende affermare che abbiamo bisogno di molta più privacy e di molta più libertà e molta più autonomia sul lavoro o nella scuola. Dobbiamo sicuramente insegnare ai ragazzi a lavorare insieme, ma dobbiamo anche insegnare loro come lavorare da soli. 

Vai nella natura selvaggia. 

Intende che tutti potremmo sopportare di staccare la spina ed entrare nelle nostre teste un po’ più spesso.

Guarda bene cosa c’è dentro la tua valigia e perché lo metti lì. 

Condividere il contenuto delle proprie valigie interiori affinché altre persone possano usufruirne, perché il mondo ha bisogno di ciascuno di noi e ha bisogno delle cose che porta con sé.

Un altro contributo rilevante è quello di Alain de Botton, nel suo discorso “Una filosofia di successo più amichevole e gentile” (TEDGlobal 2009). De Botton mette in discussione le nozioni convenzionali di successo e fallimento, esaminando come le aspettative sociali influiscano sul benessere psicologico dei giovani adulti. Egli suggerisce che una definizione più umana e compassionevole di successo possa alleviare la pressione e la fragilità che molti giovani adulti sperimentano. Un estratto del suo speech.

Sai, nel Medioevo, in Inghilterra, quando incontravi una persona molto povera, quella persona era descritta come una “sfortunata”… letteralmente, qualcuno che non era stato benedetto dalla fortuna. Al giorno d’oggi una persona che si trovi agli strati inferiori della società verrà scortesemente descritta come un “perdente”. C’è una vera differenza tra uno sfortunato e un perdente, e questo mostra 400 anni di evoluzione nella società e la nostra fiducia in chi è responsabile della nostra vita. Non sono più gli dei, siamo noi. Siamo al posto di guida.

In conclusione possiamo descrivere la situazione del giovane adulto come difficile e complicata, inserita in un contesto sociale che viene da molti considerato di passaggio e, come ogni fase di passaggio, genera insicurezza ed instabilità, con il forte rischio di provocare reazioni quali sfiducia nel prossimo, assenza di punti di riferimento affidabili, profonda solitudine, indipendentemente dall’aspetto esteriore delle persone.